martedì 26 maggio 2009

Le carrozze Gran Conforto

Ci sono già delle ottime riproduzioni artigianali di carrozze Gran Conforto. Ma per chi è nato con il braccino corto, spendere 200 e passa euri per farsi un convoglio di Fratix o una sola carrozza di Locomodel non è una opzione.
Per cui come spesso succede le cose bisogna farsele da soli.
Ho deciso di cominciare con la carrozza ristorante e quella salone di prima classe.
Base di partenza le carrozze Eurofima che si trovano facilmente di seconda mano.
I disegni in scala li ho presi dagli album delle edizioni Gulliver, ormai estinte. Li ho fotocopiati in scala e anche su foglio trasparente.

Per la carrozza ristorante ho usato semplicemente il taglia e cuci. Ho tagliato tutta la fascia dei finestrini che poi ho reincollato uno a uno sovrapponendo il disegno trasparente per allinearli.
La porta a soffietto è recuparata da una carrozza UIC-X. Dai finestrini ho eliminato con uno scalpello la striscia argento che riproduce la parte apribile.
Questa è una soluzione semplice e rapida per riprodurre una carrozza, ma lascia la struttura molto indebolita a causa dei molti tagli. C' è sempre il rischio che si rompa la giuntura fra due finestrini, se non si maneggia la carrozza con attenzione. In più non è tanto facile allineare bene i finestrini.

Per la carrozza salone ho usato la stessa tecnica seguita per il carro Gabs.
Ho steso il disegno su un vetro, e ho fatto un collage di tutti i pezzi (finestrini, porte), allineandoli sul disegno e stuccando tutte le giunture.
A questo punto è possibile fare la matrice in gomma siliconica per poi riprodurre tutta la fiancata in resina.
E adesso, avendo la matrice, si può facilmente allungare il convoglio producendo più carrozze salone.
Il tetto è quello originale a cui sono state eliminate le nervature e aggiunto qualche dettaglio.
I primi due esemplari sono stati dipinti nella livrea grigio e crema, in modo da poterli combinare con altre carrozze commerciali Eurofima grigio-crema con striscia azzurra, bi-grigio e XMPR.
Ma prima o poi voglio fare un intero convoglio in livrea TEE rosso crema da attaccare dietro alla vecchia e fedele E444 Rivarossi.

venerdì 22 maggio 2009

Ansaldo Breda, che figuraccia

Avevo già raccontato brevemente che l' Ansaldo Breda aveva grosse difficoltà a consegnare i nuovi treni IC4 per le DSB. Adesso la farsa è finita in un accordo da cui la Ansaldo Breda esce con le ossa rotte.

Alla fine degli anni 90 la Ansaldo Breda aveva fatto il colpaccio in Danimarca, aggiudicandosi prima l' appalto per la metropolitana automatica (senza guidatore) di Copenhagen e poi la fornitura di 83 nuovi treni IC4, per sostituire il vecchio IC3 (dalla foto si capisce perchè chiamato Naso di gomma) per il collegamento veloce tra le principali città. Nel suo piccolo una specie di Eurostar diesel a 200 km/h.


Già con la metropolitana c'erano stati grossi problemi. L' Ansaldo, senza nessuna esperienza in materia, aveva battuto concorrenti che l' esperienza ce l' avevano, come Siemens e Alsthom, facendo un' offerta a prezzi stracciatissimi. Per i primi due anni, prendere la metro era una garanzia per arrivare in ritardo al lavoro o a un appuntamento, ma oggi, risolti i problemi, abbiamo una metropolitana all' avanguardia nel mondo.


Per l'IC4 le cose non si sono concluse così felicemente.
Le richieste delle DSB forse erano un po' speciali, a causa della geografia (paese abbastanza grande, poche linee elettrificate) e demografia (1/3 della popolazione concentrato attorno a Copenhagen) danese: un convoglio Diesel a 4 elementi, 3 convogli accoppiabili, velocità massima 200 km/h, percorsi di 300 - 400 km con fermate ogni 50 - 80 km. Insomma, un po' più complicato del Minuetto, ma neanche lo Space Shuttle.
Gli 83 convogli dovevano essere consegnati nel 2004, al momento ne girano solo 3, ancora con molte magagne. Gli altri sono ancora in fabbrica.
Nella foto in basso un IC4 durante le corse di prova.


Alla fine le DSB hanno perso la pazienza, l' accordo firmato la settimana scorsa prevede la restituzione della metá del prezzo pattuito e che i convogli ancora da consegnare saranno completati da Bombardier in Danimarca.
Al momento, purtroppo, sulla stampa danese si sprecano i commenti negativi su Ansaldo Breda e sull' industria italiana in generale. Fra qualche anno, risolti i problemi, ci ritroveremo con degli ottimi treni, pagati in buona parte, come la metropolitana, dai contribuenti italiani.

domenica 17 maggio 2009

Il camion Fiat della Lima

Negli anni Ottanta la Lima aveva a catalogo la riproduzione in N del classico camion Fiat di quell' epoca. Riproduceva il tipo 190, cioè la motrice per autoarticolati.
Il modello è ormai introvabile a meno di un colpo di fortuna come è capitato a me a una svendita di un negozio che purtroppo stava chiudendo. Dico purtroppo perchè era il mio pusher preferito.
Sulla base di questo master, Ilario Baccari che con la resina ci sa veramente fare, ha realizzato delle ottime copie.


Nella foto si vede l' originale Lima e la copia in resina.

Per vivacizzare il plastico, ho cominciato a realizzare quelche versione differente di autocarri. I primi tre sono una autocisterna, un camion frigo per il trasporto yogurt e uno con cassone a sponde basse.



Ho allungato il telaio con dei profilati di plastica. Il cassone e il frigorifero sono fatto con le solite lastrine Evergreen. Per aggiungere qualche dettaglio al frigo, ho realizzato i portelloni copiandoli in resina da un container. L' autobotte è il serbatoio di un qualche aeroplanino Airfix, le botole sono le teste di due bombe.
Bisogna essere un po' creativi in questo hobby.
Il logo Danone è preso su internet e stampato su carta da decal. Purtroppo ha cominciato a sbavare prima che riuscissi a dargli una mano di vernice. Prima o poi la rifarò.

sabato 16 maggio 2009

L' ETR 500



La Delprado ha realizzato una bella motrice E404 per l' ETR500, che ovviamente mi sono procurato con l' intenzione di realizzare un giorno l' intero convoglio.
L' impresa non è tanto semplice, comunque ho deciso di provarci.
Come ho giá avuto modo di dire, sono dell' opinione che in scala N i trenini sono fatti per girare sul plastico e quindi non mi faccio problemi se qualche dettaglio che a 1 metro di distanza non si vede non è proprio corretto. E questo semplifica di molto le cose nelle autocostruzioni

Per la motrice di testa la meccanica è una V200 Arnold, comprata una volta per poche lire (anzi corone) perche' non si sa mai che un giorno può venire utile. Difatti.
Fatti i confronti, l' interperno e il passo dei carrelli sono molti vicini al giusto.

Il telaio é tutto di metallo e bello pesante. Bisogna togliere la parte con i respingenti arrotondando gli spigoli.
Sulla cassa Delprado, con un taglierino affilato ho tolto la fascia verde tra i carrelli. E ho dipinto ovviamente di verde (Humbrol nr. 2) la carenatura della V200.
A questo punto la cassa calza veramente a pennello sul telaio Arnold.
I pantografi sono recuperati dalla Br120 Fleischman con cui ho motorizzato la E402B.

Il gnocco (o lo gnocco?) rosso che si vede nella foto è un decoder Digitrax DZ123. Visto che la motrice Arnold ha un ottimo funzionamento, anche se il decoder non è molto sofisticato, aggiustando adeguatamente le CV, si ottengono ottime caratteristiche di marcia. Il mio impianto poi è tutto in piano.


Per la motrice di coda, ho solo sostituito i carrelli.

Le carrozze sono fatte partendo da quelle del Lufthansa Express Lima. Anche queste trovate come fondi di magazzino.
Il lavoro più grosso è stato tagliare tutta la fetta con i finestrini e sostituirla con una striscia di acetato trasparente, in modo da ottenere i finestrini a filo con la verniciatura (a aerografo) della fascia nera.
Anche il tetto ha richiesto un po' di lavoro per togliere le carenature.


Il risultato non è "spot-on". La carrozza è più lunga di qualche mm e il taglio delle porte nella parte bassa dovrebbe essere più angolato, ma comunque un compromesso più che accettabile in scala N.
Per le decals, i loghi Trenitalia sono di Lineamodel (quelli della E402A, che un giorno monterò), le indicazioni di classe di Amar, il resto è fatto in casa con la stampante.
Il carro Gabs

Non so se il carro Gabs è disponibile da qualche produttore industriale, però guardando le foto mi è sembrato che non fosse molto difficile autocostruirselo.
Per farlo, sono partito da un disegno in scala che ho steso su una superficie piana. Un vecchio specchio risulta utilissimo per queste applicazioni. Da un normale carro chiuso Lima ho recuperato varie sezioni per fare le fiancate. I due portelloni e le parti mancanti della fiancata sono costruite con plasticard Evergreen. Molto utili i listelli pretagliati, ci vuole solo tanta pazienza per attaccare tutti quelli che servono a fare i portelloni.
Ho ricomposto tutti i pezzi sul disegno, in una specie di puzzle, fissandoli con del doppio adesivo. Un righello allineato con il lato superiore della fiancata assicura l' allineamento di tutti i pezzi.
A questo punto si può realizzare lo stampo in gomma siliconica per riprodurre le fiancate in resina.
Nella foto, la fiancata ottenuta con i vari pezzi, lo stampo in gomma e il risultato finale in resina (il nero è solo per far risaltare i dettagli nella foto).


Tutti i pezzi sono stati incollati sul telaio di una vecchia carrozza passeggeri Lima. Il tetto è ottenuto con un foglio di plasticard.
Per il momento i carrelli sono quelli Lima, ma sto studiando il modo per ottenere quelli giusti, ricopiandoli in resina da un carro Roco.
Adesso volendo, con pochi soldi, posso realizzare un intero convoglio di carri Gabs.


E con tutti questi pezzi a disposizione, non è difficile adesso fare lo stampo anche anche per un carro Gbhs.

mercoledì 6 maggio 2009

Il castello


Un plastico che vuole rappresentare una parte della linea del Brennero in Alto Adige non può non avere un castello che dall' alto domina la valle.
Il modulo che rappresenta la parte alta della linea termina con una galleria in cui il treno scompare verso la stazione nascosta.
La montagna non è molto alta, in scala corrisponde a circa 50 metri, comunque una buona posizione per piazzarci il castello.
Dopo aver studiato varie realizzazioni, sono arrivato al disegno del mio piccolo borgo medievale. Un edificio principale con attaccato il torrione, il muro di cinta con una torre di guardia.
La struttura è in cartoncino, rivestita di lastrine di plastica che riproducono i vari tipi di muratura o pietre.


Queste lastrine non sono sempre disponibili in negozio, per cui mi sono fatto una volta per tutte il calco in gomma siliconica, cosicchè le posso produrre in resina quando servono.

Nella foto, uno stampo in gomma e la lastra ottenuta in resina.


Finestre, porte, balconi, ecc, sono pezzi di recupero da kit commerciali. Manca ancora qualche camino e qualche personaggio Preiser per ravvivare la scena, arriveranno anche quelli.

sabato 2 maggio 2009

Fuso il decoder? No problem.

Oggi nella posta con mia gioia e sorpresa ho trovato una busta dalla Digitrax. Dentro, due decoder nuovi.
Il DCC non è rocket science, però può succedere a tutti di fumare un decoder. Normalmente succede nella prima prova dopo l' installazione, magari a causa di uno sbaglio nei collegamenti , ma può essere anche il decoder che è difettoso. Difficile a dirsi.
Niente paura. Io uso soprattutto decoder Digitrax perchè secondo me hanno il miglior rapporto qualità/prezzo. Ma ho usato anche qualche Lenz. E sono riuscito a fumare sia un paio di Digitrax che un Lenz.
Dopo aver pianto come un vitello, ho messo i decoder in una busta e ho scritto una bella letterina raccontando la storia pietosa delle mie disavventure. Dando comunque l' impressione di essere uno che sa come montare un decoder. E li ho spediti al produttore.
Sia con Lenz che con Digitrax, tempo 15 giorni, sono tornati riparati in garanzia, o sostituiti, senza nemmeno addebitarmi le spese di spedizione.